La muffa della cannabis light

La muffa è il nemico numero uno della cannabis light, può comparire anche sul fiore più bello e sano e rovinare anche il miglior raccolto.

Non c’è nulla di peggio di un buon raccolto compromesso dalla muffa, la sua comparsa è un avvenimento assolutamente nefasto che vi renderà impossibile utilizzare la vostra cannabis light.

Per capire come evitare lo sviluppo di muffe dovrete comprendere cosa sono queste sostanze e in che ambiente proliferano. Le muffe sono organismi pluricellulari appartenenti al regno dei funghi, si presentano come spugnosi miceli, si riproducono grazie alla produzione di spore e così ricoprono le superfici di luoghi/prodotti che risultino nelle loro corde. La materia organica è tendenzialmente un habitat e un nutrimento perfetto per le muffe, specialmente quando ci si trova in un ambiente tiepido e umido. Dunque è chiaro che se non manteniamo un contesto pulito e se incentiviamo un clima umidiccio, ecco che la muffa ci sorprenderà. Lo stesso succederà maneggiando troppo della cannabis light o riponendola in un contenitore sporco o non completamente asciutto.

Partiamo dalla regola principale per evitare lo sviluppo di muffe sulle vostre piante in crescita: in qualsiasi fase, siate puliti. Così, quando entrate in contatto con le vostre piante assicuratevi di avere le mani ben lavate e pulite, gli strumenti che utilizzerete per qualsiasi intervento dovranno essere sempre igienizzati, soprattutto forbici e cesoie dovrebbero venire disinfettate prima di ogni utilizzo. Altra fondamentale precauzione è una buona gestione dell’umidità per le colture indoor, la cannabis light in natura cresce in ambienti più o meno umidi ma di certo sempre esposta a correnti d’aria in grado di evitare ristagni d’aria insidiosi. Quindi regolatevi con temperatura, clima umido e favorite sempre il ricambio d’aria continuo per non facilitare il lavoro delle spore. L’umidità eccessiva in fase di essiccazione va assolutamente evitata inoltre le infiorescenze che sono state ben pulite e private da scarti vegetali inutili saranno sempre meno inclini a presentare problemi di muffa. Certo, non vorrete cime tostate e friabili, quindi un minimo di naturale vigore della pianta dovrà rimanere, ma solo quell’umidità interna sufficiente ad avere infiorescenze non troppo polverose. Una volta messa la vostra scorta nel contenitore dedicato alla lunga conservazione ricordate di maneggiarla il meno possibile, perché il vettore preferito delle spore sono generalmente le vostre mani.

Nelle piante un’aggressione da parte di muffa è generalmente evidente ad occhio nudo: noterete la presenza di filamenti sottili e bianchicci, appiccicosi e collosi che tendono a ricoprire le parti esterne delle infiorescenze. È anche vero che le muffe possono essere di varie tipologie, e a volte tendono ad insinuarsi e colpire anche l’interno della vostra pianta farcendola colorare di marrone e poi marcire. Se siete invece alla ricerca di segni di muffa nella vostra scorta personale o in quella che state per acquistare dovrete affidarvi a due sensi: la vista e l’olfatto. Se la cannabis light che avete davanti ha un profumo intenso molto gradevole sarà difficilmente stata rovinata dalla muffa se poi la osserverete da vicino potreste vedere segni di contaminazione evidenti, come strani peli bianchi.

 

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