La cannabis è una pianta eccezionale e contiene i tricomi, ovvero quei piccoli cristalli che sembrano sempre coprire le foglie e i boccioli delle infiorescenze di canapa. Tendono ad essere lucenti, appiccicosi e trasportano gli aromi più intensi e sorprendenti.
Mediante i tricomi vengono prodotti i centinaia di cannabinoidi, terpeni e flavonoidi ad oggi identificati nella cannabis e che differenziano le varietà prodotte nel mondo.
I tricomi possono assurgere a diversi scopi: ad esempio, quelli trovati su determinati tipi di piante carnivore le aiutano a catturare gli insetti. Nello specifico, nel caso della canapa i tricomi esistono quale meccanismi di difesa. Quando le piante di cannabis iniziano a produrre fiori, spesso diventano vulnerabili a vari insetti e animali, nonché a variabili ambientali come i raggi UV potenzialmente dannosi.
Così i tricomi svolgono la funzione di deterrente per gli animali, perché il loro gusto e aroma intenso rendono sgradevoli le infiorescenze nei confronti dei predatori. Contestualmente svolgono una duplice funzione nel proteggere le piante dai venti dannosi e persino da alcune varietà di crescita fungina.
Esistono diverse tipologie di tricomi, ma le principali sono tre, che andiamo a vedere di seguito:
- Tricomi bulbosi – sono i più piccoli e compaiono sulla superficie dell’intera pianta. La loro dimensione varia tra i 10-15 micrometri, il che implica che possano essere composti anche da solo una manciata di cellule;
- Tricomi capitati sessili – sono leggermente più grandi e contengono sia una testa che un gambo. Sono un po’ più abbondanti dei loro fratelli bulbosi, ma non possono reggere il confronto con la generosità e le dimensioni della terza varietà di Tricomi;
- Tricomi capitati peduncolati – presentano una struttura costituita da un gambo formato da cellule epidermiche e ipodermiche che si accumulano in una cellula basale che si attacca a una grande testa ghiandolare. Questa testa della ghiandola, funge da “fabbrica” per la sintesi di cannabinoidi e terpenoidi.