I falsi luoghi comuni sulla cannabis light

La cannabis light, per fortuna, prende sempre più piede. A quattro anni di distanza dalla legge che ne regolamenta il commercio (legge 242/2016), purtroppo ancora la tematica, però, non è approfondita dai più.

Quando si nomina canapa industriale, vengono fuori anche numerosi luoghi comuni che occorre sfatare. Vi mostriamo, di seguito, quelli che a nostro avviso sono i principali (e i motivi per cui si tratta di affermazioni non vere).

La cannabis light non è una droga

La cannabis legale non è affatto una sostanza stupefacente. Questa affermazione è vera in quanto, per legge, la cannabis commercializzabile in Italia deve essere caratterizzata da una percentuale di THC inferiore allo 0,5%.

Coltivare cannabis legale non è pericoloso

Un pericoloso luogo comune da sfatare è che coltivare canapa legale sia fuorilegge oppure pericoloso. Quel che conta è comprarla da rivenditori autorizzati (come qui) e, per sicurezza, conservare per qualche mese il certificato di iscrizione dei semi al Registro Europeo delle Sementi.

Comprare cannabis legale online non è illegale

Questo è un altro luogo comune sulla cannabis light. Da quando è stata introdotta in Gazzetta Ufficiale la legge 242, si è aperto un vero e proprio business che durante gli anni è diventato così florido da portare molti esperti a parlare di new canapa economy. Ad oggi intorno alla cannabis light ruota un giro d’affari di diverse decine di milioni di euro.

Insomma non si deve essere per niente prevenuti di fronte a questa meravigliosa pianta. La sua coltivazione, cura e collezione sono del tutto legali e se ordinate da qui potete stare certi di avere, oltre ad un prodotto di qualità, anche garantito.

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