I cristalli di CBD

Quando parliamo di cristalli di CBD andiamo ad inquadrare dei prodotti caratterizzati dalla presenza di CBD nella sua forma più pura. Per produrli si elimina qualsiasi traccia di materia vegetale.

Vediamo adesso qualche specifica relativa al processo di produzione dei cristalli di CBD. Il primo punto sul quale bisogna soffermarsi è l’estrazione, che non differisce da quella messa in campo per realizzare altri prodotti derivati dalla canapa.

Per avere l’estrema purezza di un cristallo di CBD è necessario un passaggio extra. Il cannabidiolo, infatti, dopo l’estrazione è ancora contraddistinto dalla presenza di tracce di materia vegetale.

Dopo questa filtrazione, la produzione dei cristalli di CBD prevede un ulteriore passaggio. Si tratta del cosiddetto svernamento. Effettuarlo è fondamentale in quanto permette di rimuovere ulteriori composti indesiderati, come per esempio le cere e la clorofilla.

Per ciò che concerne le dosi non esistono indicazioni specifiche: ognuno si muove a seconda delle proprie esigenze. Quello che bisogna sapere è che il cannabidiolo non comporta effetti collaterali. Nonostante ciò, se si è alle prime armi con il suo consumo il consiglio è quello di partire con dosaggi molto bassi.

Tra i motivi del successo dei cristalli di CBD c’è proprio la loro versatilità. I cristalli di CBD possono essere innanzitutto sciolti sotto la lingua. Questa opzione è senza dubbio la più semplice da gestire. Tenendo i cristalli sotto la lingua per poche decine di secondi, si riesce infatti a far sì che il cannabidiolo entri nel flusso sanguigno.

Proseguendo con l’elenco delle modalità utili per assumere i cristalli di CBD, possiamo dire che possono essere anche aggiunti a dei cibi e cotti. In questo frangente, bisogna fare attenzione a evitare di scaldarli troppo. Giusto per dare qualche numero, facciamo presente che, superando i 180°C, il rischio è quello di inficiare le proprietà del cannabidiolo.

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