L’autismo è un disturbo dello sviluppo che è caratterizzato da problemi comportamentali prevalentemente legati a un deficit della comunicazione verbale e non verbale, associata a delle stereotipie, a una rigidità e ritualità quotidiane, interessi spesso ossessivi e talvolta associati a delle anomalie sia sensoriali che motorie.
Le potenzialità della cannabis light per trattare i sintomi dell’autismo sono state rilevate grazie ad un nuovo studio, che ha coinvolto 18 pazienti. Secondo i ricercatori brasiliani che hanno pubblicato tale lavoro “esistono numerose prove che indicano l’efficacia del cannabidiolo puro (CBD) e dell’estratto di cannabis sativa arricchito con CBD per il trattamento dei sintomi autistici nei pazienti con epilessia refrattaria. Vi è anche un crescente supporto di dati per l’ipotesi che l’autismo non epilettico condivida i meccanismi eziologici sottostanti con l’epilessia”.
Inoltre a gennaio dello scorso anno sono stati pubblicati i risultati di una ricerca condotta dall’unità di Farmacologia e Tossicologia Clinica del centro medico in Israele, condotta da 53 bambini con un’età media di 11 anni affetti da autismo che non avevano mai sperimentato prima l’utilizzo di cannabinoidi, di cui circa due terzi hanno beneficiato di un trattamento costituito da un estratto di cannabis ad alto contenuto di CBD e basso contenuto di THC. La durata media della terapia è stata di 66 giorni e i dati sull’andamento del trattamento sono stati monitorati attraverso interviste di follow-up due volte a settimana, nonché analizzati da un gruppo indipendente di specialisti con il compito di verificare l’efficacia sui sintomi e l’insorgenza degli effetti indesiderati. I sintomi monitorati sono stati: sintomi di iperattività, problemi relativi al sonno, autolesionismo, ansia.
I dati raccolti sono stati incoraggianti: gli attacchi di autolesionismo e rabbia sono migliorati nel 67,6% e peggiorati nell’8,8%; i sintomi di iperattività sono migliorati nel 68,4%, non hanno subito variazioni nel 28,9% e peggiorati nel 2,6%; i problemi relativi al sonno sono migliorati del 71,4% e peggiorati del 4,7%; l’ansia è migliorata del 47,1% e peggiorata del 23,5%. Gli effetti avversi, per lo più sonnolenza e cambiamento di appetito sono rimasti lievi. I dati aggregati complessivi restituiscono un netto miglioramento generale: la variazione generale dei sintomi è stata registrata per 51 su 53 pazienti (due pazienti non hanno presentato un rapporto sul loro miglioramento complessivo). Un miglioramento complessivo è stato segnalato nel 74,5%. Nessuna variazione è stata riportata nel 21,6% e un peggioramento nel 3,9%.