La cannabis light contro la depressione

Ulteriori recenti studi clinici hanno dimostrato come il CBD possa essere un valido alleato per combattere la depressione. Il potenziale antidepressivo del cannabidiolo, la molecola non psicoattiva derivata dalla cannabis, è correlato senza ombra di dubbio alla sua interazione con il sistema endocannabinoide.

Secondo l’OMS è addirittura il 25% della popolazione europea a soffrire di forme più o meno gravi di depressione: di sicuro quella depressiva è una sindrome che può riguardare chiunque in certi periodi della vita, anche persone che non mostrano alcun sintomo.

Il CBD è stato molto studiato negli ultimi anni per le sue potenzialità di regolatore dell’umore per combattere stati ansiosi o depressivi. Ci sono molti studi che ne incoraggiano l’utilizzo per ritrovare equilibrio nei periodi in cui ci si sente destabilizzati. La sua efficacia si basa sulle sollecitazioni prodotte dall’interazione del CBD con il sistema endocannabinoide, una rete di recettori capace di influenzare l’umore, la percezione del dolore e le tensioni muscolari. Gli endocannabinoidi stimolano l’attività della serotonina, che come abbiamo visto è strettamente collegata alle disfunzioni umorali.
Secondo tale teoria il CBD è davvero un’alternativa efficace ai farmaci solitamente utilizzati per la cura della depressione, ma ci teniamo a sottolineare che l’azione del cannabidiolo è fortemente soggettiva e correlata alla ricettività del nostro sistema endocannabinoide. Questa potrebbe essere la motivazione che rende i trattamenti a base di CBD difficilmente standardizzabili in quanto a dosaggio ed efficacia. Sono moltissimi gli studi per la cura della depressione che vedono protagoniste terapie a base di CBD che, una volta validate e standardizzate, potrebbero diventare un’alternativa molto valida per combattere gli stati depressivi, soprattutto perché curarsi con i derivati della canapa non comporterebbe i pesanti effetti collaterali dei farmaci antidepressivi attualmente in uso.

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