Ormai tutti conoscono le grandi proprietà benefiche che derivano dalla pianta di Cannabis sativa. Quanti di voi sapevano, però, che i suoi germogli possiedono degli straordinari poteri antiossidanti e antimutageni? Questo vuol dire che riescono ad attuare una notevole prevenzione sull’avvento di patologie allergiche e di infiammazioni.
A renderlo noto è stata la ricerca iniziata dalla collaborazione di tre enti toscani differenti: l’IBBA (Istituto di Biologia e Biotecnologia Agraria) di Pisa, il Dipartimento di Scienze della Vita dell’Università di Siena e il Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-Ambientali dell’Università di Pisa.
I ricercatori italiani delle tre strutture hanno condotto uno studio molto approfondito per analizzare i diversi effetti che la canapa è in grado di fornire all’organismo umano. Ciò che è emerso ha portato gli scienziati a condurre uno specifico capitolo di approfondimento chiamato “Attività antiossidante e antimutagena di semi e germogli di Cannabis Sativa L.” I risultati dello studio sono poi stati presentati dai ricercatori presso il XV Congresso istituito dalla Società Italiana di Fitochimica all’Università di Pisa.
Il tutto è iniziato con una ricerca che si occupava di altro, interessata a scoprire quali alimenti potessero contenere, oltre all’apporto di energia, anche delle capacità antiossidanti. È emerso che il lino, il sesamo, la chia, l’amaranto e la quinoa soddisfavano i requisiti ricercati. A quel punto, è nata l’idea di spostare la stessa analisi anche sulla pianta di Cannabis Sativa L. cv. Futura.
I risultati sono stati sorprendenti: i cinque ricercatori (Frassinetti, Bellani, Longo, Toffanin e Giorgietti) hanno dimostrato come la canapa possieda delle grandi capacità antiossidanti, antimicrobiche e antimutagene. Queste proprietà sono state riscontrate in elevate quantità nei germogli della pianta ed, in minore quantità, anche nei semi.
È quindi emerso che con una minima concentrazione di estratto di canapa (1 mg/ml) è possibile bloccare l’attività di batteri particolarmente aggressivi, come l’Escherichia coli e la Salmonella typhimurium. Con una quantità più elevata invece (pari a 2,5 mg/ml) si può inibire l’azione dell’Enterobacteraerogenes e dello Staphylococcus aureus. Per quanto riguarda invece l’Enterococcus faecalis, l’estratto di canapa non ha prodotto risultati inibitori.
La ricerca ha mostrato quindi come la pianta di canapa, in particolare germogli e semi, riesca a ridurre notevolmente lo sviluppo di infiammazioni, con una straordinaria capacità di proteggere il patrimonio genetico cellulare. In particolare, il suo effetto antiossidante è in grado di prolungare la vita delle cellule riducendo la nascita dei radicali liberi, responsabili di diverse malattie degenerative.