Il CBD probabilmente evita la replicazione e la diffusione di versi tipi di cellule tumorali. Uno studio in vitro e quelli su cavie animali in materia sono molti e generalmente sostengono la tesi che i cannabinoidi abbiano la capacità di innescare meccanismi aggressivi selettivi contro le le cellule tumorali, senza quindi danneggiare quelle sane.
Una ricerca del 2018 sugli effetti antitumorali del CBD sostiene che il cannabidiolo possa inibire il rilascio di certe strutture delle cellule tumorali (resistenti ai farmaci chemioterapici) che favoriscono il proliferare del cancro. Questi elementi si chiamano esosomi e microvescicole sono coinvolti nella comunicazione intercellulare che porta alla trasmissione dell’incremento genetico tumorale tra le cellule.
Secondo questo studio sembrerebbe che il CBD sia un naturale inibitore del rilascio di esosomi e microvescicole, almeno per quanto riguarda tre tipi specifici di cellule tumorali: carcinoma della prostata, carcinoma epatocellulare e adenocarcinoma mammario.
I ricercatori pensano che il CBD possa anche essere usato per sensibilizzare le cellule tumorali alla chemioterapia; altri studi, questa volta su cavie, hanno dimostrato che i cannabinoidi siano in grado di inibire la crescita tumorale inducendo l’apoptosi delle cellule maligne, in pratica innescando una morte volontaria di ciò che fa proliferare i tumori, oltre a questo dimostrano effetti antiangiogenici (che favoriscono il blocco delle funzionalità dei vasi sanguigni che favoriscono la crescita tumorale).