L’Assemblea Nazionale Francese ha dato ieri l’ok alla sperimentazione della cannabis per uso terapeutico nel quadro dell’esame del progetto di bilancio della Securité Sociale 2020. I deputati hanno votato a maggioranza un emendamento del relatore Olivier Veran che autorizza la sperimentazione dal 2020 al 2022.
Così per due anni circa 3000 pazienti selezionati potranno richiedere una prescrizione solo agli specialisti o agli oncologi, che riceveranno una formazione specifica. Quest’ultimi lavoreranno in un ambiente ospedaliero o in un centro di riferimento. La cannabis terapeutica verrà consumata sotto forma di olio, tisana o fiori secchi spruzzati, sapendo che i pazienti saranno dotati di spray.
In Italia la circolare del 22 febbraio 2017 del Ministero della Salute trasmetteva ad assessorati, ordini professionali, e società scientifiche, con informazioni ai medici e ai farmacisti sul prodotto Cannabis FM-2, per la prescrizione magistrale e per la preparazione del decotto. L’impiego della cannabis a uso medico riguardava: l’analgesia in patologie che implicano spasticità associata a dolore (sclerosi multipla, lesioni del midollo spinale) resistente alle terapie convenzionali; l’analgesia nel dolore cronico (con particolare riferimento al dolore neurogeno) in cui il trattamento con antinfiammatori non steroidei o con farmaci cortisonici o oppioidi si sia rivelato inefficace; l’effetto anticinetosico ed antiemetico nella nausea e vomito, causati da chemioterapia, radioterapia, terapie per HIV, che non può essere ottenuto con trattamenti tradizionali; l’effetto stimolante dell’appetito nella cachessia, anoressia, perdita dell’appetito in pazienti oncologici o affetti da Aids e nell’anoressia nervosa, che non può essere ottenuto con trattamenti standard; l’effetto ipotensivo nel glaucoma resistente alle terapie convenzionali; la riduzione dei movimenti involontari del corpo e facciali nella sindrome di Gilles de la Tourette che non può essere ottenuta con trattamenti standard.